Descrizione dei laboratori

Cantieri per la formazione 2019

Formatori del Movimento di Cooperazione Educativa attivano 6 percorsi di apprendimento e di ricerca collettiva proponendo una esperienza specifica di linguaggio e di metodo e riflessioni pedagogiche.

Ogni partecipante sceglie un laboratorio da frequentare. Effettua anche una seconda scelta nel caso i posti siano esauriti.

  1. IL TESTO LIBERO DI MATEMATICA 
    Creare ponti tra realtà e sistemi formali.
    La convinzione che la matematica sia un costrutto fatto di concetti astrusi, astratti e lontani dalla vita quotidiana può costituire un “muro” che non ci consente di cogliere e di assaporare la bellezza di questo prodotto del pensiero umano. Il riferimento all’esperienza di Paul Le Bohec è il filo conduttore del laboratorio che ha l’obiettivo di aiutare i partecipanti a modificare il proprio sguardo rispetto alla matematica per trasmetterlo poi ai propri allievi.
    A cura di Donatella Merlo, Valeria Perotti

     

  2. TEATRO D’INFANZIA
    Per ritrovare l’energia bambina in noi.
    Il laboratorio perform-attivo di Teatro d’infanzia si propone di custodire, valorizzare e sviluppare le potenzialità dell’energia bambina presente in ciascuno di noi. Utilizzando lo strumento della fiaba agìta e attingendo dagli elementi del “Teatro delle origini”, scopriremo la figura dell’attore “informale”, sciamano e guida, che attraverso la percezione, l’ascolto, l’utilizzo del corpo e una profonda riflessione sul pensiero infantile, favorisce la creazione di un legame significativo per la costruzione del sé nella relazione, in un clima di cooperazione e sospensione del giudizio.
    A cura di Giulia Parrucci, Rossano Angelini e Marinella Creato

     

  3. DALL’IO AL NOI
    Alberi genealogici, storie familiari e sociali.
    Il laboratorio si propone di individuare e riflettere sul percorso di integrazione che ciascuno percorre per inserirsi nella società, esplorando in modo attivo i modelli ai quali ci si riferisce nell’organizzare fatti ed eventi relativi alla propria storia personale, familiare, sociale. E’ un’occasione per ri-tracciare i propri fili identitari. La narrazione di storie di vita, utilizzando schemi antropologici (scala delle età, ciclo, alberi genealogici) è un modo per ricostruire, nella scuola, un tessuto connettivo, capace di ri-generare la comunicazione tra vecchie e nuove generazioni.
    A cura di Domenico Canciani e Paola Sartori

     

  4. MAPPARIE
    Tracce, confini, luoghi e storie: le nostre mappe.
    Il laboratorio è un esperienza di riflessione sul confine, reale o immaginario, che si pone come riferimento fondante di una realtà fisica ma a volte come un vero e proprio muro. Come si può sconfinare per conoscere, senza soffrire una sensazione di perdita? Ci interessa muovere il desiderio di esplorare e di costruire mappe di territori, senza utilizzare mattoni e barriere, ma una rete di “segni ariosi”, di relazioni leggere, tracce che si possono incontrare e scontrare, attraversando anche conflitti, ma all’interno di un percorso condiviso e sempre in divenire. Echi di giochi di bambin* e tracce di confini corporei: la mano, il profilo, la sagoma. Percorsi di confine e sconfinamenti, taccuini di viaggio. Esplorare un quartiere di Chieti, disegnare la mappa e piegarla a origami . Rosa dei venti con legenda e simboli.
    A cura di Lori Zanetti e Biancamaria Cattabriga

     

  5. L’ARTE DI RIPARARE LE FERITE CON L’ORO
    Lingue e linguaggi per raccontare la Storia, le storie difficili.

    Quando si rompe qualcosa come ne ricomponiamo i pezzi? La metafora del kintsugi, l’arte giapponese di riparare con l’oro, ci aiuterà a osservare le fratture avvenute nella storia personale, collettiva e nella memoria storica dalla prospettiva dell’oggi. Intrecciando differenti pratiche di narrazione, canto tradizionale, body percussion, silent book, poesia, daremo progressivamente luce e suono alle parole. Proveremo insieme a restituire alla lingua, oggi usata prevalentemente per dividere, il suo prezioso ruolo di ponte.
    A cura di Maurizia Di Stefano, Carla Marulo, Francesco Maria Salimbeni

     

  6. THE SOUND OF SILENCE
    Conflitti e dialoghi attraverso la musica.

    L’abitudine di gridare per sovrastare gli altri si fa sempre più invadente. Si impone una riflessione sull’importanza e il valore del silenzio. Non negazione di parole/suono, ma spazio accogliente di parole/suoni altrui. La pausa musicale rappresenta un necessario ritrarsi in ascolto, maturando la capacità di dare spazio alle altre voci, per intervenire con maggiore pertinenza. Nella pausa, ascolto, per rispondere unendo la mia voce alle altre. La musica ci insegna l’arte del dialogo e si offre come strumento per la soluzione dei conflitti.
    A cura di Clarissa Romani, Maristella Borlenghi